Con il patrocinio della Regione del Veneto e della Città di Conegliano, presenta Dinetto, Galleria Palazzo Sarcinelli, Conegliano  (TV)

Data

dal 9 Settembre 2006 all 22 Ottobre 2006

Biografia e opere di Dinetto

Foto Inaugurazione

Foto Dinetto e Opere

Video

Testi Critici

Indirizzo e Mappa

Via XX Settembre, 132, 31015 Conegliano,TV,Italia

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La Mostra

Quando si decide di intitolare una mostra si è sempre nell’imbarazzo di usare parole, frasi,  termini specifici, che siano, in qualche modo, sintetici, ma che possano fissare, nella memoria della gente, l’avvenimento  e nello stesso tempo  richiamare  la storia dell’artista e della sua  tecnica. Il titolo, per questa mostra, alla galleria d’arte Sarcinelli, così ermetico, ma che può aprire, nell’immaginario collettivo, l’analisi al confronto ed alle considerazioni, ci pare essere fortemente indicativo dell’impostazione pittorica di Lino Dinetto  sia nei termini di estetica, di tecnica che di comunicazione.
La sua  pittura viene da lontano. I ritmi moderni si uniscono a quelli antichi in una trasfigurazione del visibile in giochi di piani distribuiti nello spazio della tela con assoluta naturalezza riuscendo ad utilizzare il segno in modo univoco con grande  disinvoltura e forte personalità ottenendo di converso, con i colori, degli effetti cromatici di assoluto equilibrio che derivano dal suo profondo intimo emotivo.  Dinnanzi al cavalletto esiste soltanto il suo lavoro: la  pittura. Affonda  completamente nel suo stato di beatificazione artistica  dimenticando il presente in  un torpore  sentimentale. La bellezza e la grazia sono sinonimi che rappresentano un concetto, che non sempre é applicato all’arte di oggi, non solo per indicare genericamente “bella pittura”, ma nell’estensione del termine, bella intesa come vivacità o delicatezza di colori, di sapienza ed armonia nei loro accostamenti, di eleganza e di purezza di linee e di  nitore ed incisività di segno, secondo l’interpretazione di Enzo Carli.
Appena si entra nello studio di Lino Dinetto si ha subito la percezione che  l’ambiente è confacente, per bellezza ed eleganza, alla personalità del grande maestro del colorismo veneto. Opere d’arte del XIII e XIV secolo con Cristi e Madonne lignei, immagini sacre policrome, di alto antiquariato,  fanno da corona alle tante opere del suo excursus di vita artistica intensa. Tutte disposte in perfetto ordine  ed alcune di esse sistemate in splendide cornici del passato quasi a voler  dare una testimonianza di continuità ai richiami dell’arte classica. Quasi tutti i suoi lavori, sia  di medie dimensioni che  monumentali,  riprendono, come è il suo solito, la figura femminile caratteristica, elegante e superba, inconfondibilmente  “dinettiana” che occupa, con un impressionante dosaggio di volumi, lo spazio della tela.   Tutte le opere di Dinetto, comprese  le nature morte ed i paesaggi, sono testimonianze documentali della sua grande vitalità artistica dove il prevalere della bellezza e della grazia, come inno all’estetica, tra memoria e sogno,  dimensionano  il suo gusto raffinato per  una vita  carica di lusinghe e di incantamenti. Sul suo grande scrittoio, dove di solito lavora,  in bell’ordine sono disposti disegni e bozzetti: alcuni di questi, hanno in qualche misura incuriosito fortemente chi scrive. Assemblage  di ritagli colorati di giornale incollati, in un’unica soluzione, su un foglio più grande, hanno suscitato subito la domanda: perché? Dinetto, prontamente, ha sfilato una grande tela già completata e mettendo a confronto il bozzetto,  ha  svelato ciò che prima  era  apparentemente non chiaro agli occhi inesperti: un lavoro preparatorio, per lo studio dei volumi e  dei colori della  composizione. Davvero unico ed originale!
Scorrendo con lo sguardo  la sua ampia  biografia, i viaggi,  la permanenza  nelle Americhe del sud, quest’ultime hanno influito fortemente sulla sua formazione artistica. Nel 1950 ha avuto l’incarico di affrescare interamente la cattedrale di S. José, di Montevideo, incarico durato quattro anni. Subito dopo gli viene conferito l’incarico di direttore delle sezioni di Disegno e di Pittura  dell’Instituto de Bellas Artes  “S. Francisco”. Ancora dopo l’Uruguay ed  il Museo d’Arte Moderna di S. Paolo del Brasile. Sono stati tutti momenti di grande sconvolgimento della sua vita privata  e personale,  delle sue  abitudini quotidiane, ma  molto fertili perché sono stati   stimoli a nuove esperienze.  Basti pensare dell’apertura all’informale  dopo aver maturato le giuste riflessioni sul cubismo ed il costruttivismo di Torres Garcia.  L’esperienza didattica all’estero gli ha portato un arricchimento, non solo sul piano dell’osservazione critica del lavoro artistico degli altri, ma ha prodotto, anche  sul proprio fare,  un momento  di analisi e di ricerca verso il  nuovo.  Lavorare sulle grandi superfici è stata, sì  una sfida,  ma una  conclusione liberatoria delle proprie energie interne.  L’immensità dello spazio,   può costringe la sua opera ad essere più impegnativa nel risultato, ma  al pari del piccolo formato, nasconde lo stesso entusiasmo e la stessa forza che l’accompagna al cavalletto sperando sempre nella soddisfazione e nella suggestione dell’osservatore.
La mostra si compone di disegni (tra questi i bozzetti preparatori all’opera di decorazione eseguita nella Cappella dedicata a Santa Chiara nella Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova) e di opere pittoriche  inedite e monumentali di grande fascino e qualità.  E’ quindi una novità assoluta questa mostra al  Palazzo Sarcinelli di Conegliano. Durante l’esposizione sono realizzati dei laboratori didattici rivolti agli studenti delle scuole del territorio. Questi laboratori sono tenuti da personale  qualificato e destinati a gruppi di studenti delle scuole primarie e secondarie della zona. I laboratori sono attivati su prenotazioni ed organizzati con un calendario di interventi con le scuole interessate. Tutto ciò al fine di coinvolgere direttamente i giovani ad un percorso culturale–artistico.

L’associazione Prospettive, nell’ambito delle proprie finalità statutarie tese alla valorizzazione della cultura nel territorio Veneto con eventi artistici che celebrano personaggi di chiara fama, vuole dedicare una mostra ad un Maestro di grande impegno e qualità, poliedrico e ricco di conoscenze classiche dalle quali trae l’humus per proposte del tutto originali e personali tanto da farlo ritenere uno tra i più grandi maestri dell’arte della contemporaneità del colorismo veneto inconfondibile per suo tratto grafico e pittorico. La mostra si compone di disegni (tra questi i bozzetti preparatori relativi all’opera di decorazione eseguita nella Cappella dedicata a Santa Chiara nella Basilica di Sant’Antonio di Padova) e di opere pittoriche inedite e monumentali di grande fascino e qualità.
Sarà quindi una novità assoluta per questa mostra al Palazzo “Sarcinelli” di Conegliano. Durante l’esposizione verranno realizzati dei laboratori didattici destinati agli studenti delle scuole del territorio. Questi laboratori saranno tenuti da personale qualificato e destinati a gruppi di studenti delle scuole primarie e secondarie della zona. I laboratori verranno attivati su prenotazioni ed organizzati con un calendario di interventi con le scuole interessate. Tutto ciò al fine di coinvolgere direttamente gli studenti ad un percorso culturale-artistico. Lino Dinetto, nasce ad Este (PD) nel 1927, ancora giovanissimo si reca a Venezia per dedicarsi a studi di genere artistico. A 15 anni si sposta a Milano dove fa tesoro degli insegnamenti ricevuti da Sironi e Carrà. Accanto a questi maestri, approfondisce i problemi del futurismo e della metafisica.
Dal 1955 al 1969 dirige le sezioni di Pittura e Disegno presso l’Istituto de Bellas Artes di Montevideo. Dopo aver maturato le dovute riflessioni sul cubismo e sul costruttivismo di Torres Garcia, Dinetto si apre verso l’informale. Nel 1960 torna in Italia e riprende la pittura murale e su vetro. Sono del 1963 le “Storie monastiche” affrescate nel chiostro di S. Maria in Campis a Foligno; del 1964 le vetrate per l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore; seguono affreschi e vetrate a Monza, a Mantova, ad Este e a Roma. Verso la fine degli anni 70 appaiono la figura femminile, il paesaggio veneto e toscano, le nature morte. Nel 1994 riceve l’incarico di decorare una delle cappelle più importanti della Basilica di Sant’Antonio a Padova: quella dedicata a Santa Chiara. Lavoro che lo vede impegnato per quasi due anni e che lo conferma una volta di più uno degli artisti più significativi del nostro tempo.
L’ideatore e curatore del progetto
Francesco Di Leo