Quadri e sculture del rinomato artista friulano saranno  ospitati presso la Casa Museo del Cima, in via Cima 24. Tutte le opere dell’artista rimarranno esposte e visitabili dall’8 aprile al 21 maggio 2006.

“PROSPETTIVE” PORTA NELLE PIAZZE DI CONEGLIANO

LE MONUMENTALI STELE DI GIORGIO CELIBERTI

Crittogrammi dell’anima. Muri, stele e finestre” 

Data

Dall’8 aprile al 21 maggio 2006.

Foto Inaugurazione

Foto Allestimento Muri e Finestre - Casa Museo Cima

Foto Allestimento Stele x La Città

Video

Rassegna Stampa

Indirizzo e Mappa

Casa Museo del Cima, in via Cima 24, Conegliano

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La Mostra

Una mostra d’eccezione, quella che si terrà a Conegliano Veneto (TV), dal 8 aprile al 21 maggio, dedicata a un artista considerato tra i più grandi della contemporaneità: Giorgio Celiberti. Un artista che ha firmato molte opere monumentali anche a Treviso e in Veneto, a partire dalla stele dedicata ai bambini di Terezin, in piazza Da Vinci a Dosson di Casier, e dalla monumentale croce metallica del cimitero di Fossalta di Piave. La Casa Museo del Cima, in via Cima 24, ospiterà una quarantina di quadri e sculture dell’artista friulano, “Muri” e “Finestre”, mentre una decina di sue opere monumentali, stele di alluminio, monoliti di grandi dimensioni, saranno collocate in luoghi significativi del centro storico - la Galleria Centrale, piazzetta Cavour, Corte delle Rose, la Scalinata degli Alpini, piazza Cima – trasformando la città in un vero e proprio museo a cielo aperto.

Un modo intelligente per portare la grande arte nei luoghi abituali della vita di tutti i giorni, in mezzo alla gente, perché ne possa godere nella propria dimensione quotidiana. In questa esposizione, che percorre 55 anni della produzione artistica di Celiberti a partire dalla Biennale del 1948, le “Finestre” giocano un ruolo centrale. Il loro significato, lo spiega l’artista stesso: «Mi affascina in particolare la trasformazione di un oggetto umile e dismesso prima che venga distrutto o bruciato, in un manufatto pieno di significati, di storie d’amore, di ricordi, di passioni, e quella improvvisa trasparenza che ti mette a nudo l’anima».

Sentimenti appunto. Non per niente, Giorgio Celiberti è stato definito “un figurativo dell'anima”, per la capacità di rappresentare in modo realistico i sentimenti più profondi che albergano nella sua interiorità e in quella di ogni uomo. E proprio a questo mira la sua produzione artistica, a rappresentare i moti dell’animo umano, immutati in ogni luogo e in ogni tempo. «Non credo che la mia produzione sia particolarmente influenzata dall’ambiente che mi circonda – spiega l’artista – l’umanità a cui mi rivolgo non ha confini. È accomunata semmai dalle passioni, dalle sofferenze e dagli amori, che valgono in egual misura per tutti».

E nonostante Terezin, il lager che Celiberti visitò nel 1965 e che ha segnato la sua storia di uomo e di artista, «occorre continuare a credere, nonostante tutto, nella bontà dell’uomo – afferma l’artista parafrasando Anna Frank - perché questa mi pare la pietra miliare a cui possiamo aggrapparci». Guardare un’opera di Celiberti dunque è come entrare “nelle sacre scritture della memoria”, dove il ricordo sconvolge le coordinate spazio-temporali, in una dimensione “altra”, rispetto al nostro fragile quotidiano, sempre più in crisi.

Oggi, infatti, il lavoro vissuto in modo esasperato, l’ambizione per il potere, l’avidità di denaro, la voglia di successo a tutti costi hanno drammaticamente oscurato le fondamentali capacità umane di meditazione e di contemplazione, e l’uomo si trova a convivere con un mare di immagini che, con grande crudezza e violenza, spesso angosciano la vita di ogni giorno. I dipinti e le sculture di Celiberti conducono invece in un mondo di serenità e di riflessione, avvolgendo lo spettatore con forza ed equilibrio, suggerendogli come la memoria, il ricordo siano fondamentali.