Mercoledì 4 Novembre 2015 alle ore 17.30 , Museo del Cenedese, Piazza Flaminio - Serravalle - Vittorio Veneto

Data

dall’4 novembre 2015 al 10 gennaio 2016

Foto Inaugurazione

Artisti

Video

Rassegna Stampa

Brochure

Indirizzo e Mappa

Piazza Flaminio, 1, 31029 Vittorio Veneto,TV,Italia

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La Mostra

E’ questo un viaggio lungo 100 anni, con opere di alcuni tra i più interessanti artisti che l’hanno rappresentato.
Opere viste come elementi di speranza per un giorno migliore “MESSAGGI DI PACE” che devono consegnare allo spettatore una forte riflessione; la ricerca della serenità e della non violenza. Espressioni concrete realizzate come “Totem”
che vengono esibite contro le violenze di tutte le guerre.
Un’esposizione di cento opere (dipinti e sculture), esattamente come i cento anni dalla grande guerra, di Maestri di espressione sociale e che sicuramente offriranno un ulteriore contributo a quel processo nuovo di crescita della pace e
della fratellanza tra i popoli. Processo che tanto auspichiamo, soprattutto per i giovani che soffrono per le privazioni di valori fondamentali, come la formazione di una famiglia a causa dell’incertezza lavorativa.
Undici i Maestri del Novecento, storici e contemporanei, accuratamente scelti per questa occasione. Artisti di provenienza diversa per formazione ed origine, ma con una sola immensa forza: la sensibilità e la straordinaria capacità espressiva
e comunicativa del proprio fare nell’affermazione della solidarietà tra i popoli.
I cento anni dalla Grande Guerra (1915-2015) sono il pretesto che costruisce simbolicamente il “fil rouge” tra le due guerre fino ai giorni nostri. Giorni drammaticamente tracciati dal sangue della guerra del Vietnam, del Kossovo, dell’Iraq, dell’Iran, della Nigeria, della Libia e di molte altre aree del Centro e Nord Africa, fino alla Siria con le stragi non soltanto di donne, uomini e
bambini ma con la cancellazione della storia del proprio passato – Palmira.
Rinnegare il passato è distruggere il presente, quest’ultimo necessario e indispensabile per costruire il futuro delle nuove generazioni. Domenica 1° settembre 2013, dall’Angelus di Papa Francesco in Piazza San Pietro “Quest’oggi, carif ratelli e
sorelle, vorreif armii nterprete del grido che sale da ognipar te della terra, da ognipopo lo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne dipace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”.                                                                         

SOGNANDO LA PACE
Nel centenario della Grande guerra la mostra Messaggi di pace si propone come importante momento di meditazione e di commemorazione di quel particolare periodo storico ma soprattutto, attraverso le opere esposte, intende far riflettere sul significato e il lascito di tutti i conflitti che hanno sconvolto il mondo e ricordare lo stermino di tanti innocenti.
Arte quindi che posa lo sguardo sul passato non semplicemente per raccontare l’ottusa
e irrazionale furia sterminatrice delle guerre ma per denunciare il loro drammatico ripetersi nella storia dell’umanità.
Arte che affronta il compito di testimonianza di ciò che è stato e, allo stesso tempo, induce a guardare dentro noi stessi per ritrovare valori come fratellanza, comprensione, convivenza civile, solidarietà, amicizia.
Arte che, ricordando la catastrofe della guerra, invita a costruire una vera cultura di pace.
Ma è ancora possibile senza retorica parlare di questi ideali? Che senso possono avere quei principi se assomigliano sempre più a sterili gusci, vuoti di ogni contenuto?
Non ci sono più parole o immagini sufficienti oggi per descrivere l’orrore della realtà quando la fotografia di un bambino siriano abbandonato cadavere sulla riva del mare entra per sempre nella nostra memoria.
E allora non possiamo dimenticare quanto diceva il grande Pablo Picasso a proposito del compito sociale dell’arte: “Che cosa
pensate sia un artista? Un imbecille che ha solo gli occhi se è pittore, le orecchie se è musicista, una lira nel cuore se è poeta? Al contrario egli è allo stesso tempo un uomo politico, costantemente sveglio davanti ai laceranti, ardentio dolciavveni mentidel mondo
e si modella totalmente a sua immagine.
Come sarebbe possibile disinteressarsi degli altri uomini e in virtù di quale eburnea indifferenza staccarsi dalla vita? No, la pittura non è fatta per decorare gliap partamenti. È uno strumento di guerra, offensiva e difensiva, contro il nemico.”
Questo, come ci suggerisce il creatore di Guernica, è forse l’unico ruolo possibile e il solo grande valore dell’arte del nostro
tempo.
ANTONELLA ULIANA
Assessore alla cultura
della Città di Vittorio Veneto