+39 3408255017
Toggle Nav

Saverio Barbaro

Saverio Barbaro (Venezia 1924)

Quando nel lavoro di Saverio Barbaro cominciarono ad apparire motivi africani, erano già molto lontani i tempi dei cosiddetto orientalismo, ed in particolare di quella fascinazione esotica dai contorni letterari esaltata da pagine di grande richiamo, diciamo alla Gerard de Nerval. E molto lontani anche i tempi dei viaggiatori, alla Gauguin, in fuga dall'Occidente e dalla sua cultura egemone, alla ricerca di un eden perduto,

Quella di Barbaro, in ogni caso, è un'altra storia. Lo si può comprendere ripercorrendo l'intero suo tragitto pittorico, ricostruito con molta efficacia da Guido Perocco in occasione della mostra alla Permanente di Milano del 1985. Lo studioso insisteva su una vena ‘espressionista’ del pittore, legato anche ai suoi esordi e agli sviluppi in qualche misura sensibili all'esempio alto e drammatico di Gino Rossi. Un esempio che usciva dalle convenzioni, o almeno dalle vie maestre dell'arte italiana dei primi decenni del secolo. Come dimostrano anche certe sue sculture che richiamano il grande Arturo Martini.

Così come i lavori dell'immediato dopoguerra, lontani dalle diverse linee dell'astrattismo   da quello geometrico a quello lirico, per intenderci   e immuni dal contagio del neocubismo picassiano.

Barbaro resta comunque e sempre concentrato sulla figura, la sua attenzione comincia a concentrarsi su altri motivi, che sono insieme iconografici e stilistici, legati ai suoi viaggi. Fino all'incontro col paesaggio e la cultura africani, che ha ispirato una parte cospicua del suo lavoro o partire dagli anni Sessanta. "l'Africa è diventata un modo d'essere e di vedere; senza alcun dubbio una chiave di lettura e di interpretazione del mondo intero." 

per pagina
  1. Operars

    Giovane Algerina - Saverio Barbaro

    4.400,00 €
  2. Operars

    Il Cavallo di Garibaldi - Saverio Barbaro

    7.000,00 €
per pagina